a cura di Gloria Pisetta
Sono cresciuta con i racconti di mia nonna, che con i suoi ricordi faceva rivivere persone che popolavano Albiano, quando lei ci abitava. Fatti e persone che avevano animato la sua gioventù.
Sulla credenza c’era una foto di uomini in divisa, tra i quali suo fratello Tullio. Qualsiasi cosa venisse raccontata terminava sempre con. “L’è partì ‘n guera per le Russie e no l’è pù tornà”.
La ricerca con lei vicina sarebbe stata sicuramente molto più semplice... Purtroppo la curiosità di scoprire di più su questo prozio, è nata dopo la morte di mia nonna, che si era portata via tutti i ricordi collegati al fratello.
Durante le ricerche sulla sorte di Tullio Sevegnani, il mio prozio appunto, sono – diciamo così – “inciampata” su informazioni che riguardavano altri biani partiti come mio zio, per “le Russie” ed ho cominciato a raccoglierle fino a trovarmi davanti ad una banca dati che riguardava più o meno tutto il paese.
Grazie all’aiuto di altri ricercatori come Mario Moser e Giovanni Terranova, dai quali ho ricevuto non solo supporto, ma informazioni e materiale, la ricerca ha cominciato a prendere forma.
La rete nel frattempo cominciava ad offrire possibilità di ricerca fino a quel momento insperate.
La consultazione dei libri delle nascite di tutti i Länder austriaci ha fatto sì che si riuscisse ad identificare i figli dei biani nati fuori paese, ma all’interno dei confini della monarchia asburgica.
Imprescindibile poi l’aiuto sul campo, cioè i ricordi di figli e nipoti dei biani, che mi sono stati affidati, in modo da dare un aspetto sicuramente più umano alle biografie. Ho scelto di inserire i ricordi riportati dai famigliari, anche se questo non è corretto da un punto di vista strettamente storico, in quanto non supportati da prove scritte, ma questi ricordi fanno parte della trasmissione orale e sarebbe stato un peccato andasse persa del tutto.
Un ruolo importante lo ricoprono le fotografie, che mi sono state affidate dai biani e che ho affidato alle amorevoli cure di Roberto Bernardinatti, che ha fatto riemergere volti e fisionomie che sembravano perse. A me è toccato il compito di dare un nome ad ogni volto, compito impossibile senza l’aiuto di mio marito Paolo e di mio cognato Giorgio, che ringrazio di cuore, anche per la pazienza.