Albiano (Trento)
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Contributi del Gruppo alla storia locale di Albiano

"Famiglie de Albian"

C’è la storia ufficiale, costellata di grandi personaggi, di guerre, battaglie, trattati, ma anche di conquiste, scoperte ed invenzioni. 
C’è poi una storia più “locale”, che riguarda più direttamente la vita e le vicende di una Comunità, è una storia che talvolta si intreccia con la prima, soprattutto in occasione di guerre o grandi sommovimenti sociali. In questi casi anche una piccola comunità rimane coinvolta e spesso travolta da grandi fatti partiti da lontano. 
C’è anche un terzo concetto di storia, su cui gli autori di questo lavoro si sono voluti soffermare. E’ la storia individuale delle persone che ci hanno preceduti, ossia dei nostri bisnonni e dei nostri avi, e delle loro famiglie che hanno costituito la nostra Comunità in passato. E’ una storia non documentata, nel migliore dei casi è stata tramandata oralmente, più spesso è stata del tutto dimenticata.
Questo lavoro nasce con l’intento di custodire almeno una parte della nostra memoria.
Sono state raccolte notizie, fotografie e documenti riguardanti le famiglie di Albiano. E’ stata ricostruita, per quanto possibile, la storia di ciascuna di esse, partendo dai soprannomi che ancora le distinguono, soprannomi che in taluni casi sono immutati da secoli. Sono stati realizzati gli alberi genealogici delle varie discendenze attraverso la consultazione degli archivi parrocchiali.
Ove possibile sono stati arricchiti di alcune fotografie, al fine di rendere più immediata la lettura degli alberi stessi.
Certi che quest’opera non è esaustiva, né esente da errori, e che ulteriori notizie e documenti potranno arricchire ancora la memoria della nostra Comunità, confidiamo comunque che ciascun “biano” o discendente di “biani” possa trovare all’interno di questo lavoro qualche notizia in più sui propri avi e sulla storia della propria famiglia e rivolgiamo in particolare questo auspicio alle nuove generazioni, affinché non vada persa la memoria di una Comunità ed allo stesso tempo anche la sua identità.

"Soldadi de Albian"  1914-1918

a cura di Gloria Pisetta

Sono cresciuta con i racconti di mia nonna, che con i suoi ricordi faceva rivivere persone che popolavano Albiano, quando lei ci abitava. Fatti e persone che avevano animato la sua gioventù.
Sulla credenza c’era una foto di uomini in divisa, tra i quali suo fratello Tullio.  Qualsiasi cosa venisse raccontata terminava sempre con. “L’è partì ‘n guera per le Russie e no l’è pù tornà”.
La ricerca con lei vicina sarebbe stata sicuramente molto più semplice... Purtroppo la curiosità di scoprire di più su questo prozio, è nata dopo la morte di mia nonna, che si era portata via tutti i ricordi collegati al fratello.
Durante le ricerche sulla sorte di Tullio Sevegnani, il mio prozio appunto, sono – diciamo così – “inciampata” su informazioni che riguardavano altri biani partiti come mio zio, per “le Russie” ed ho cominciato a raccoglierle fino a trovarmi davanti ad una banca dati che riguardava più o meno tutto il paese.
Grazie all’aiuto di altri ricercatori come Mario Moser e Giovanni Terranova, dai quali ho ricevuto non solo supporto, ma informazioni e materiale, la ricerca ha cominciato a prendere forma.
La rete nel frattempo cominciava ad offrire possibilità di ricerca fino a quel momento insperate.
La consultazione dei libri delle nascite di tutti i Länder austriaci ha fatto sì che si riuscisse ad identificare i figli dei biani nati fuori paese, ma all’interno dei confini della monarchia asburgica.
Imprescindibile poi l’aiuto sul campo, cioè i ricordi di figli e nipoti dei biani, che mi sono stati affidati, in modo da dare un aspetto sicuramente più umano alle biografie. Ho scelto di inserire i ricordi riportati dai famigliari, anche se questo non è corretto da un punto di vista strettamente storico, in quanto non supportati da prove scritte, ma questi ricordi fanno parte della trasmissione orale e sarebbe stato un peccato andasse persa del tutto.
Un ruolo importante lo ricoprono le fotografie, che mi sono state affidate dai biani e che ho affidato alle amorevoli cure di Roberto Bernardinatti, che ha fatto riemergere volti e fisionomie che sembravano perse. A me è toccato il compito di dare un nome ad ogni volto, compito impossibile senza l’aiuto di mio marito Paolo e di mio cognato Giorgio, che ringrazio di cuore, anche per la pazienza.


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